venerdì 30 aprile 2010

La mia torta di mele con ingrediente segreto



Ingredienti per 8 persone

- 350 gr. di farina
- 2 uova bio
- 2 mele renette bio
- 1 yogurth bio alla banana
- ½ limone bio
- 100 gr. di burro 1889 salato
- 100 ml. di latte intero bio
- 5 cucchiai di zucchero
- 2 cucchiai di uvetta sultanina bionda
- 1 cucchiaio di scorzette di cedro candite
- 2 cucchiai di grappa
- 1 bustina di vanillina
- 1 bustina di lievito
- gherigli di 4 noci
- un pizzico di sale
- zucchero a velo

Esecuzione: in una ciotola mettete in ammollo l’uvetta sultanina con i due cucchiai di grappa, almeno due ora prima, dell'esecuzione del dolce. Sbucciate una mela a tagliatela a fettine sottili, poi cospargete le fettine con il succo del ½ limone e 1 cucchiaino di zucchero. In una terrina montare i tuorli d’uovo con lo zucchero e il burro 1889 salato fuso tiepido, poi aggiungete la scorza grattugiata del ½ limone, lo yogurt, 100 ml. di latte , 1 mela grattugiata e circa la metà delle mele tagliate a fettine sottili, mescolare ed amalgamare bene gli ingredienti. Incorporare quindi la farina mescolata al lievito, la vanillina e per ultimo incorporare l’uvetta strizzata dalla grappa e le scorzette di cedro candito. Montate a neve gli albumi con un pizzico di sale, quindi incorporateli dolcemente all’impasto. Imburrare una pirofila da mm. 30x24 versate l’impasto , decorare con le fettine di mele rimaste e con i gherigli di noci.
Infornare a forno preriscaldato a 200° per 30 minuti circa.
Sfornate il dolce, lasciatelo intiepidire, poi decoratelo con zucchero a velo.


In questa ricetta il burro 1889 salato è l’ingrediente segreto che le conferisce un gusto incomparabile ; questa torta è morbidissima e friabile. Non è solita torta di mele. Provare per credere. Grazie Sandra per avermi dato l'occasione di provare questo burro.
E’ un dolce molto versatile che ben si sposa ad ogni situazione; dalla prima colazione al fine pasto .



Come vino ho abbinato a questo dolce un Moscato d’Asti DOCG “Tappo Raso”.

Con questa ricetta partecipo al contest di "Un Tocco di Zenzero " in collaborazione con le Fattorie Fiandino.


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lunedì 26 aprile 2010

Ravioli, fiori e sapori.




Ingredienti per 4 persone :

- ½ faraona del peso di 950 gr.
- 1 fetta di pancetta fresca
- 100 ml. di vino bianco
- 1 piccola zucchina
- ¼ di peperone rosso
- 1 scalogno
- 2 cucchiai di grana padano
- rosmarino, alloro
- olio extra vergine di oliva
- sale e pepe


Ingredienti per la pasta:

- 300 gr. di farina
- 3 uova
- ½ cucchiaino da caffè di sale
- 1 cucchiaio di olio extra vergine di oliva
- qualche goccia di limone biologico

Ingredienti per il condimento:
- 100 gr. di burro 1889 salato
- timo
- fiori di rosmarino
- erba cipollina con i suoi fiori
- alcuni fiori di calendula
- salvia
- prezzemolo.

Esecuzione: Tagliare a metà nel senso della lunghezza la faraona, poi lavarla con cura ed asciugarla. Porre sul fuoco un tegame con un filo di olio extra vergine di oliva, aggiungere la pancetta tritata finemente e lo scalogno, far dorare il tutto, quindi aggiungere la faraona sale , pepe e gli aromi; dopo 10 minuti sfumare con il vino bianco, quindi portare a cottura a fuoco dolce.
Lasciate raffreddare la faraona ( è preferibile cucinarla la sera precedente ) quindi spolpatela, togliendo la pelle e le ossa, e tritate la carne al coltello, finemente. Porre la carne tritata in una terrina e tenetela da parte.
P. S: la faraona non deve essere posta nel forno, questo tipo di cottura seccherebbe troppo la carne.
A questo punto preparare le verdure, cuocere nel forno il peperone rosso, una volta cotto togliere la pelle e tritarlo finemente; tagliare a julienne la zucchina e farla cuocere in padella per pochi minuti, con un filo d’olio e un pizzico di sale. Aggiungere quindi le verdure alla carne tritata, ed infine incorporare 2 cucchiai di grana padano, amalgamare il tutto.

Preparate la pasta: setacciate con cura la farina sulla spianatoia, formate la fontana, quindi inserite al centro gli altri ingredienti. Incorporate tutti gli ingredienti, quindi lavorate l’impasto avendo cura di cospargere di tanto in tanto la spianatoia con un poco di farina. Date quindi all’impasto la classica forma di una palla, e lasciatelo riposare coperto per 30 minuti circa prima di stenderlo. Tirate la pasta alla misura desiderata. Per i ravioli la pasta non deve essere troppo sottile, in quanto deve contenere un ripieno corposo, personalmente io mi fermo al tacca n° 3 della ghiera di regolazione della macchina pasta. Stendete quindi 2 sfoglie di pasta, poi distribuite su una di esse il ripieno a mucchietti, equamente distanziati tra loro. Coprite con l’altra sfoglia, premendo tutto intorno al ripieno , tagliare i ravioli con un tagliapasta a lama ondulata.


Riporre i ravioli in un vassoio infarinato , fino al momento della cottura.




Lavare con cura ed asciugare le erbe aromatiche e i fiori, tritare la salvia, il timo e il prezzemolo; l’erba cipollina con i suoi fiori, e i fiori di calendula tagliateli con una forbice.



In una padella a fuoco dolce fate sciogliere il burro 1889 salato ; ed ora vi svelo l’arcano: è questo l’ingrediente segreto che dona al piatto un gusto ed un sapore inconfondibile, grazie Sandra per avermi dato questa occasione. Aggiungete quindi il trito di erbe aromatiche e fiori, e fate rosolare per 2 minuti, spegnete il fuoco ed unite i fiori di rosmarino.
Lessate i ravioli in abbondante acqua , scolateli e trasferiteli nella padella del condimento, facendoli saltare per qualche minuto. Servire immediatamente.


Ho abbinato a questo piatto del vino Langhe Arneis.


Con questa ricetta partecipo al contest di "Un tocco di zenzero" in collaborazione con " Le Fattorie Fiandino "

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domenica 25 aprile 2010

Dedicato a Ju

Dedico questo video all'amica Ju del blog "The Little Teochew" di Singapore; anche se abitiamo distanti siamo egualmente molto vicine.

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mercoledì 21 aprile 2010

Le fattorie Fiandino e l’ingrediente segreto.


Chi mi conosce sa che io sono una persona molto legata alla tradizioni, che non disdegna le innovazioni. Oggi, in questo post vi parlo di una famiglia, che per certi aspetti, un po’ mi somiglia : “ La famiglia Fiandino”. La storia che sto per raccontarvi inizia sul finire del 1700, quando Stefano Fiandino si trasferisce da Milano a Demonte ( comune occitano nelle Alpi, confinante con la Francia, in provincia di Cuneo ) ed inizia la sua attività di pastore/ produttore. Fu nonno Magno a dare una importante svolta negli anni venti, acquistando la prima parte della cascina di Villafalletto, dove sono tuttora ubicate le Fattorie.



Nel secondo dopoguerra i figli ( Luigi, Giovanni e Battista ) continuarono l’opera ( a loro si deve la nascita caseificio verso la fine degli anni 40 ) che prosegue tuttora con la terza generazione Ora sono i cugini Mario ed Egidio, che si occupano con successo dell’azienda. Il segreto di questa famiglia sta nel rispetto delle tradizioni, nella facoltà di aver saputo conservare negli anni gli antichi saperi; unite all’innovazione e all’ altissima qualità del latte impiegato in azienda.
Il latte utilizzato , proviene per una parte dalle mucche di razza “bruna alpina” della fattoria, mentre per il restante, da allevamenti della provincia entro un raggio di 30 km.
Nascono così prodotti di eccellenza come il burro, il Grana Padano, la selezione Fiandino, e il burro 1889 (data di nascita di “Nonno Magno”) ottenuto con panna centrifugata di altissima qualità, lasciata riposare almeno 48 ore.
Grazie a Sandra del blog” Un tocco di Zenzero” in collaborazione con Le Fattorie Fiandino, ho avuto l’occasione di provare il burro salato 1889, appena ho ricevuto il pacchetto dal corriere, ( ero molto curiosa ) l’ho subito provato su una fetta di pane ed ho provato una sensazione molto piacevole ed ho pensato ”sembra il burro fatto in casa” dalla zia Assunta quando io ero bambina. Questo burro è un prodotto eccellente di color panna avorio, lascia in bocca un aroma dolce di mandorla fresca, decisamente diverso dagli altri tipi di burro.


Le foto di questo post sono di proprietà del blog: http://fiandino.blogspot.com/

Anche questo prodotto deve i suoi natali a nonno Magno: fu lui a scoprire, quasi per caso, nel porto di Genova , un nuovo sale, appena arrivato dalla Sicilia, e ne volle acquistare un pacchetto da portare a casa,così per provarlo. Era sensibilmente diverso da quello utilizzato abitualmente, sia alla vista che al gusto, ma allo stesso tempo così particolare da cambiare il sapore dei cibi ed anche dei formaggi, talvolta ne aggiungeva un pizzico nella panna , poco prima della burrificazione, ottenendo così una vera prelibatezza.
E’ sembrato naturale dare un seguito a questa storia con la creazione del Burro 1889 salato, l’unico al 100% italiano con il fior di sale delle saline Culcasi di Nubia, presso Trapani (Presidio slow food) . E’ questo l’ingrediente segreto, che aggiunto alle “ panne riposate” in quantità inferiore al 2% crea la versione salata del Burro 1889, da utilizzare per le migliori ricette.

La fama di questo prodotto ha varcato i confini nazionali, ne parla con apprezzamento anche il noto gastronomo francese François-Régis Gaudry nel suo blog: http://blogs.lexpress.fr/restaurant/.

I prodotti “Fiandino” si possono acquistare direttamente allo spaccio all’ interno del caseificio, in orario d’ ufficio, oppure nei migliori negozi.
Le Fattorie Fiandino sono presenti anche alla Fiera Internazionale Cibus Parma dal 10 al 13 maggio 2010 , se passate da quelle parti il loro stend merita una visita.
A presto con le ricette.


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sabato 17 aprile 2010

Zuppa dei carrettieri ( trippe in brodo alla trevigiana )



Questa zuppa era già nota nel 1500, nella Marca Trevigiana si trovano, secondo il Maffioli, le piu' antiche e legittime radici della zuppa di trippe, preparata in bianco, cioè senza l'impiego del pomodoro, entrato recentemente nella cucina trevigiana. Nel secolo scorso, e in alcuni luoghi fino a una cinquantina di anni fa, questa zuppa veniva offerta agli amici e ai parenti agli amici che andavano a prelevare lo sposo o la sposa, ed era come l'inizio di un rituale gastronomico che durava poi per l’intera giornata.
Era inoltre gustata, sempre di mattina, nelle osterie che esponevano il cartello "oggi trippa" e nelle osterie paesane nei giorni di fiera. Nella mia zona nei giorni di fiera questa tradizione sussiste ancora oggi; alcune osterie espongono il cartello con il menu del giorno che comprende sempre oltre alla trippa in brodo, la trippa con il pomodoro ( in tecia ) e il baccalà.
Ed ora vi svelo perché questa zuppa viene denominata “ zuppa dei carrettieri” : perché era il cibo che carrettieri e zatterieri che trasportavano, percorrendo il fiume Piave, il legname dal Cadore e dal Cansiglio a Venezia, consumavano nelle osterie ubicate lungo il fiume.

Esecuzione: per prima cosa realizzare il brodo di gallina

Ingredienti per 4 persone :
per il brodo:
- ½ gallina ruspante
- 1 costa di sedano verde
- 1 cipolla bianca
- 1 carota
- 1 porro con 1 chiodo di garofano inserito
- sale grosso

Mettete tutto a bollire partendo dall’acqua fredda, al momento della bollitura cominciate a togliere la schiuma che si forma in superficie, continuate l’operazione per 15 minuti circa, quando la carne è cotta e il brodo è maturo, spegnete il fuoco e tenete da parte.
( P. S. queste sono alcune regole per scegliere le porzioni: 4 litri di acqua per chilogrammo e mezzo di carne, con 20 gr. di sale grosso, regolatevi di conseguenza )

Ingredienti per la trippa :
- 400 gr. di trippa precotta
- 1 cipolla steccata con 2 chiodi di garofano
- 1 sedano verde
- 1 carota
- 1/2 limone biologico
- 1 crosta di formaggio montasio stravecchio
- 2 foglie di alloro
- 4 foglie di salvia
- crostini di pane

Esecuzione: mettete sul fuoco un tegame capiente con acqua fredda, la trippa, cipolla steccata, sedano, carota, l’alloro, una foglia di salvia e il ½ limone tagliato a fette, fate bollire il tutto per circa 35 minuti. Scolate la trippa e tagliatela a quadratini. Nel frattempo sgrassate il brodo, poi filtratelo e ponetelo in un tegame sul fuoco e portatelo a bollore.
A questo punto aggiungete la trippa a dadini, la crosta di montasio stravecchio opportunamente lavata ( attenzione solo la crosta, il formaggio va raschiato via ) ed alcune foglie di salvia spezzettate. Il brodo dovrà bollire per 30 minuti. Servire la zuppa con sopra dei crostini di pane caldi.

Come vino ho abbinato a questo piatto del Lison Classico del Veneto Orientale.

Al giorno d’oggi le trippe non sono molto apprezzate o lo sono da parte di pochi estimatori, ma fino a pochi anni or sono, erano molto gradite, in particolare nella mia zona. Io da sempre conosco questo detto: “ pan padovan, trippe trevisane, donne veneziane” ( pane padovano, trippe trevigiane e donne veneziane ) . Non conosco l’origine e la datazione di questo detto, ma comprendo che, all’epoca in cui è stato coniato il detto, le trippe trevigiane, assieme al pane padovano e alle donne veneziane, erano un piatto molto apprezzato e riservato a pochi privilegiati.


Ho autorizzato la pubblicazione di questa ricetta su : http://www.accademiadellatrippa.com/
vi consiglio di visitare questo sito.

Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Ale del blog: " Timo e Maggiorana "

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sabato 10 aprile 2010

Fiera dell'Antiquariato a Villa Manin di Passariano (UD)

Domenica 5 Aprile 2010, si è svolta a Villa Manin di Passariano del Friuli ( UD ) la Mostra Mercato dell'Antiquariato. Questa manifestazione avrà luogo anche nei giorni: 1° Maggio - 2 Giugno - 26 settembre 2010.( ingresso libero )
Villa Manin fa rivivere un’antica tradizione: quella della mostra mercato dell’antiquariato.
I grandi brocanteur del Bel Paese tornano a Villa Manin dando vita a una kermesse dove trovare raffinati oggetti per la casa : dalle cornici alle ceramiche, dai mobili ai tessuti

Villa Manin di Passariano è una villa veneta situata a Passariano di Codroipo (UD).

Fu la dimora dell'ultimo doge di Venezia, Ludovico Manin; vi si intrattennero per una notte, fra il 27 ed il 28 agosto 1797, Napoleone Bonaparte e Giuseppina Beauharnais ed è proprio in questa villa che venne firmato il trattato fra Francia ed Austria noto sotto il nome di Trattato di Campoformio (17 ottobre 1797).
Se passate da queste parti, vi consiglio di visitare Villa Manin .



Queste di seguito sono alcune delle immagini che ho realizzato in occasione della manifestazione.








Tutte queste chiavi hanno oltre 100 anni, Daniela non si staccava piu' da questa bacheca !





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sabato 3 aprile 2010

Buona Pasqua

Auguriamo Buona Pasqua a tutti gli amici blogger e a tutti coloro che passano di questo blog.Daniela e Diocleziano.

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