martedì 26 novembre 2013

Raw For Love : iniziativa benefit di Natale per regalare un sorriso ai bambini.



In vista del Natale, Nudo&Crudo promuove Raw for Love, uno speciale workshop di cucina crudista gourmet per sostenere l’associazione Dynamo Camp..

L’alta cucina crudista protagonista di un evento-show per regalare un sorriso ai bambini. Nudo&CruIl primo corso di cucina con  100 partecipanti in uno speciale workshop per conoscere la cucina crudista gourmet. e sostenere l’associazione Dynamo Camp.

L’intero ricavato dell’iniziativa sarà infatti devoluto alla onlus che si occupa di offrire assistenza sociale e socio-sanitaria ai bambini affetti da gravi patologie croniche. Un modo originale per unire gusto, salute e solidarietà in compagnia di Vito Cortese, il giovane chef punto di riferimento in Italia dell’ultima tendenza in fatto di arte culinaria.
Raw for Love si terrà il 1 dicembre 2013 a milano,  dalle 14:00 alle 17:00 

presso i Frigoriferi Milanesi: per iscriversi, basta andare sul sito www.nudocrudo.net e compilare la prenotazione.

Potete acquistare i biglietti qui: il contributo sarà interamente devoluto a Dynamo Camp, fondazione di venture philantrophy nata nel 2003 facente parte di SeriousFun Children’s Network, un’associazione non-profit che in tutto il mondo promuove e gestisce camp di vacanza appositamente strutturati per ospitare gratuitamente bambini affetti da patologie gravi e croniche. 
Inoltre  c'è la possibilità di portarsi a casa lo speciale VitaMix, il frullatore usato in tantissime ricette crudiste. Dynamo Camp è l’unica struttura italiana di Terapia Ricreativa pensata per ospitare minori le cui vite sono compromesse dalla malattia, per attività ludiche e sportive e un’esperienza di svago, divertimento, relazione e socialità in un ambiente naturale e protetto.
Dal 2007 a oggi, la struttura ha accolto gratuitamente quasi 5000 bambini e le loro famiglie.

 Raw for Love darà la possibilità a tutti i 100 partecipanti di sostenere l’associazione in un modo davvero unico: creando piatti davvero unici, e cucinandoli rigorosamente senza fornelli. 

Dagli spaghetti di zucca con “mascarpone” e noci, alle sfere di broccoli, dalla mousse di olive, alla torta di carote e cioccolato bianco: sotto la guida di Vito Cortese e del suo team, si potranno preparare – e gustare – piatti originali e sorprendenti, senza mai aver bisogno di accendere il forno. L’evento vedrà la partecipazione in qualità di aspirante cuoca crudista Paola Maugeri. Inoltre si avrà la possibilità di portarsi a casa lo speciale VitaMix, il frullatore usato in tantissime ricette crudiste.

 Il crudismo è nato in California tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del Duemila, e noto anche come raw food, è un approccio alla cucina davvero originale: gli alimenti non subiscono alcun processo di cottura o, in ogni caso, non sono riscaldati a una temperatura superiore ai 42°C. A portare in Italia la cucina crudista gourmet è stato proprio Vito Cortese, giovane chef fondatore di Nudo&Crudo, la più importante community di chef crudisti italiani. 
Con l’evento Raw for Love, Vito Cortese intende promuovere e diffondere la sua filosofia alimentare, basata su una cucina fatta di creatività, passione, salute e gusto supportando l’attività che da sempre Dynamo Camp porta avanti, per regalare momenti di divertimento e felicità ai bambini che più ne hanno bisogno.



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domenica 24 novembre 2013

Risotto alla zucca con filetto di maiale e chutney di uva rossa.



Oggi vi presento un piatto unico : un cremoso risotto alla zucca , abbinato a del filetto di maiale cotto al forno e del chutney di uva rossa ( ricetta adattata da Essen &Trinken ) .

Ingredienti per 4 persone :
700 gr. di filetto di maiale
200 ml. di di vermouth bianco
1 cipolla bianca di Chioggia
1 scalogno
1 spicchio d'aglio
timo e rosmarino q.b.
300 gr. di uva rossa ( io Red Globe )
80 ml di aceto rosso
10 gr. di zenzero fresco grattugiato
40 ml. di aceto di vino rosso
1/2 cucchiaio di zucchero di canna
250 gr. di riso carnaroli
90 gr. di polpa di zucca cotta a vapore
1 dado di pollo Fattoria Italia 
30 gr. di burro
30 gr. di parmigiano grattugiato
sale e pepe q.b olio
extra vergine di oliva Bonomo

 Iniziano con preparare il chutney : sbucciare e lavare la cipolla, dividerla a metà e poi affettarla sottilemente. Lavare e asciugare con cura l'uva . Io ho scelto la varietà Red  Globe, perchè è un'uva da tavola con chicco grande e, polpa soda e pochi semi,  quindi si adattava perfettamente alla ricetta. Staccare i chicchi dal grappolo, dividerli a metà e togliere eventuali  semi. 
In un tegame con due cucchiai di olio far rosolare le cipolle tritate con lo zenzero tritato per 5 minuti a fuoco dolce, poi aggiungere l'uva e il timo , far cocere per altri 5 minuti, poi aggiungere lo zucchero, che serve per caramellare e poi sfumare con l'aceto, coprite il tegame e continuate la cottura per altri 10 minuti a fuoco dolce. Al termine condire con il sale e un pizzico di pepe. 
Scaldare l'olio in una padella con uno spicchio d'aglio e far rosolare bene la carne. Condire con sale , pepe , rosmarino e timo e inserire nel forno già caldo a 180° per 15 minuti . Avvolgere la carne in un foglio di alluminio e lasciarla riposare. 
Con 500 ml. di acqua e 1 dado di pollo realizzare il brodo che sarà la base del risotto. 
Tritare finemente lo scalogno farlo rosolare con due cucchiai di olio , aggiunger il riso e farlo tostare poi sfumare con il vermouth, aggiungere due mestoli di brodo e continuare dolcemente la cottura. Dopo 7 minuti dall'inizio della cottura aggiungere la polpa di zucca e il timo, mescolare , aggiungere gradulamente il brodo e portare a cottura secondo il tempo indicato sulla confezione ( nel mio caso 18 minuti ).
 A fuoco spento mantecare con il burro, il formaggio e un cucchiaio di fondo di cottura della carne, assaggiare ed eventualemente regolare di sale. 
Affettare il filetto di maiale. 
Servire il risotto con tre fettine di filetto e del chutney di unva rossa. Decorare a piacere con uno stelo di erba cipollina.

 Vino consigliato : Lagrein Rosé





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giovedì 21 novembre 2013

Le suocere anonime e il fritto leggero !



Continuano le avventure delle suocere anonime : nel quinto episodio della serie inititolato "Luigina in: Ero fritta, ora non più"
 Luigina, approffittando del fatto che figlia e genero non sanno cucinare , va spesso a casa loro per cucinare . Luigina si considerava la regina del fritto… finché Airfryer non è arrivata in casa della figlia .
Guardate il video con la simpatica ironia di Mara Maionchi, e vedrete anche l’esemplare punizione. Con la visualizzazione di questo video, scoprirete che i prodotti da cucina Philips, come l'innovativa Airfryer, grazie all'aiuto delle Suocere Anonime, riescono a portare l'armonia nel rapporto tra suocera e nuora e in tutta la famiglia.




L'esclusiva tecnologia Rapid Air di Airfryer Philips consente di friggere, cuocere al forno, arrostire e grigliare ottime pietanze e snack con meno grassi di una friggitrice tradizionale grazie all'utilizzo di una minima quantità di olio (o senza olio). 
Airfryer di Philips, con tecnologia Rapid Air, diffonde anche meno odori rispetto alle friggitrici tradizionali, è facile da pulire, sicuro ed economico per l'utilizzo quotidiano .
 L'esclusiva tecnologia Rapid Air di Airfryer infatti consente di friggere utilizzando l’aria per ottenere pietanze croccanti fuori e tenere all’interno . E’ necessaria solo una piccola quantità di olio,  (oppure è possibile cucinare senza usarlo ) per ottenere una consistenza perfetta e piatti molto saporiti.

 Ottima idea regalo per Natale.

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martedì 19 novembre 2013

Percorsi per buongustai : Ristorante il Rifugio



Nel corso dell’educational tour ,organizzato da “Pordenone Wine&Food Love” e ideato per conoscere e degustare meglio i vini del territorio , abbinandoli ai prodotti tipici del Pordenonese , abbiamo fatto tappa a Dardago , frazione di Budoia in provincia di Pordenone . 
Qui si trova il ristorante Il Rifugio , immerso nella pace e nel silenzio della Val Croda , con un bellissimo giardino esterno che fa da cornice. 
Nato dal restauro di una vecchia "casera" risalente all'inizio del '900 il posto detto " Ciamador " nel dialetto locale significava la base di partenza e arrivo per vari carichi trasportati con la "sloitha" (slitta) dai monti. Poteva essere la legna, il fieno, le foglie, il carbone, le pietre, tutto quanto poteva servire all'economia del piccolo paese.
 Alla fine degli anni 80 viene fatta una radicale trasformazione da parte del comune con la collaborazione della Comunità montana e della Regione e nel "92 è iniziata la gestione della Famiglia Signora che ci ha accolto in questo storico locale.
 Dal giorno 29/07/1999 Il Rifugio può portare l'effige di "Locale Presidenziale" in quanto in quella data ha ospitato il Presidente Americano Bill Clinton di passaggio ad Aviano diretto a Sarajevo per le trattative di pace sui Balcani. Il ristorante all'interno è arredato in modo sobrio e gradevole con architravi in legno, e con un caminetto che dona al locale un caldo tono familiare.
 

Abbiamo pranzato con un menù realizzato con prodotti tipici friulano , abbinato a dei vini tipici del territorio.
Abbiamo iniziato con dei crostini di pane al porro con  magretta friulana , castagne e cioccolato.


Un insolito e originale connubio di sapori che mi è piaciuto molto. La magretta friulana , come ci ha spiegato lo chef Manlio e una pancetta realizzata con un suino allevato in zona , di giovane età, inferiore ad un anno e piuttosto grassa .

Poi è seguita la crema di zucca al passito di verduzzo con pitina .

Della pitina vi avevo già parlato qui e qui


E poi un altro antipasto di gran classe , un piatto che voglio cercare di riprodurre per il menù di Natale : Terrina di petto d’anatra alle castagne dell’Ovest Pedemontana.


Si tratta di una terrina di petto d’anatra con le castagne, servita con del cavolo cappuccio affettato molto sottile , dei chicchi di melagrano , assieme a dei crostini di pane ai cereali e miglio .
C’era un delizioso cestino con 8 diversi tipi di pane, tutti fatti in casa, che purtroppo non ho fotografato.


Con gli antipasti sono stati abbinati questi vini :

Friulano  dell’azienda Quinta della Luna 

Traminer dell’azienda Bessich Luciano
 
E per primo piatto : Raviolacci di grano saraceno al capriolo con ragù di mele e speck. 


Veramente ottimi!

Servito con un Cabernet Franc Bessich Luciano

Per secondo piatto : filettino in treccia al guanciale dorato con funghi di bosco e polenta gialla integrale .


Il filetto di maiale è stato intrecciato con del guanciale e servito con dei funghi misti. Veramente ottima la polenta di mais di storo, prodotto home made dello Chef Manlio e macinata grossa.
 A questi piatto sono stati abbinati questi vini : 

Tornielli Rosso dell’azienda Bessich Luciano

Refosco dal peduncolo rosso dell’azienda Borgo delle oche

Ed infine il dolce : crostata alle mele di Budoia con marmellata di arance. 


Si tratta di una deliziosa crostata con le mele e la marmellata home made ,  con le scorze d’arancia . Una frolla al vino bianco , servita con una cremina alla vaniglia e una spolverata di cacao. 

Un menù molto interessante abbinato ad eccellenti vini del territorio. Un menù che ci ha pienamente soddisfatto . Un sentito ringraziamento allo Chef Manlio e signora , per la calda accoglienza che ci hanno riservato, e per l’accurata spiegazione delle ricette . Arrivederci a presto .

Per ulteriori info visitate il  sito web : http://www.ilrifugio.net/

e la pagina face book
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mercoledì 13 novembre 2013

L’incontro del Pastin con il Gruyere



Il pastin rappresenta un’importante tradizione della cultura gastronomica della Provincia di Belluno. Il pastin nasce negli anni in cui la macellazione del maiale era un momento di festa ; trova origine e profonda tradizione nelle giornate invernali dedicate alla macellazione del maiale, ancor oggi momento raro di festa per le comunità rurali che abitano i paesi delle Dolomiti Bellunesi. 

Si tratta di un impasto artigianale fresco di carne di suino e bovino e con l'aggiunta di particolari proporzioni di lardo, sale, pepe, spezie e aromi vari.
 Ogni vallata Dolomitica, custodisce gelosamente la sua ricetta segreta del pastin , in particolare la scelta e la dose degli aromi , quali chiodi di garofano, cannella, aglio e vino bianco. 
 Noto fin dal Medio Evo , il pastin è il più famoso secondo piatto di questa valle dolomitica, oltre che essere sempre presente nelle sagre paesane.
 Il pastin viene preparato nei laboratori di macelleria. L’insieme di carne suina, bovina , lardo e aromi viene tritato con l’utilizzo di tritacarne con fori di diametro variabile a seconda delle differenti consuetudini.
 Il prodotto viene conservato nei banchi frigo delle macellerie in modo sfuso (all’interno di baccinelle) oppure all’interno di pellicole per alimenti che ne facilitano le operazioni di taglio e di servizio al consumatore. 
 Il prodotto si può reperire durante tutto l’anno presso le macellerie del territorio bellunese; nel periodo autunnale e invernale è reperibile anche nelle province limitrofe. 
Il pastin è un prodotto fresco che si può consumare subito dopo la preparazione. Può essere consumato cotto o crudo. In prevalenza, e per tradizione, viene consumato a seguito di cottura alla griglia o in padella e accompagnato da polenta. Nella versione moderna viene servito con il panino caldo e con il formaggio. Oltre a questo si presta anche a numerose ricette e per ulteriori info vi consiglio di visualizzare questo video .
 
Per il Contest di Tery ho pensato di realizzare un panino caldo con Pastin, Gruyere , radicchio di Treviso e cipolla in saor.
Veniamo quindi alla ricetta ,
 ingredienti per 4 persone :

• 4 fette di pastin
• 4 fette di gruyere
• 4 panini con farina di mais
• 1 cespo di radicchio di Treviso
• 1 cipolla bianca di Chioggia
• 1 foglia di alloro
• 1 cucchiaio di aceto bianco
• 100 ml di vino bianco
• sale fino
• olio extra vergine di oliva

Procedimento : sbucciate , lavate e affettate finemente la cipolla, fatele rosolare con una foglia di alloro in abbondante olio di oliva, poi sfumate con il vino bianco e 1 cucchiaio di aceto, coprite il tegame e , a fuoco dolce portate a cottura ( circa 25-30 minuti ).
 Lavate il radicchio e tagliatelo a striscioline.
 Cuocere alla griglia il pastin, oppure potete cuocerlo anche su una teglia antiaderente.
 Tagliate a metà il pane; farcitelo con del radicchio tritato, una fetta di gruyere , una fetta di pastin e 1/2 cucchiaio di cipolla in saor , ponetelo nel forno già caldo per 3 minuti poi  servitelo subito. 

Vino consigliato : come da tradizione viene solitamente abbinato ad un vino bianco frizzante,  io consiglio il Muller Thurgau frizzante delle Dolomiti, ma a mio avviso va bene anche un vino rosso con una buona acidità.

Con questa ricetta partecipo al contest di Peperoni e Patate in collaborazione con Formaggi della Svizzera, Swiss Cheese Parade


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lunedì 11 novembre 2013

Pordenone Wine & Food Love : la rassegna del gusto dedicata alla promozione del vino e dei piatti tipici



Per il terzo anno torna dal 1 ° al 30 novembre 2013 “Pordenone Wine&Food Love” manifestazione che vuole valorizzare il territorio di Pordenone e provincia attraverso i cibi e i vini che quest’area pro duce sapientemente e che l’hanno fatta conoscere e apprezzare in tutto il mondo.
 Un appuntamento importante sono le cene "A tavola in provincia": dall'1 al 30 novembre nei ristoranti della provincia che hanno aderito alla manifestazione sarà possibile deliziarsi dei menu confezionati dai locali ristoratori, a base di prodotti del territorio sapientemente abbinati ai vini delle Grave.  
Qui' potete scoprire i menu di ciascun ristorante e prenotare il vostro preferito .

 Il cuore della terza edizione di “Pordenone Wine&Food Love è stato incentrato nei giorni dall'8 all'11 novembre . Numerosi e molto interessanti gli eventi in programma e quest'anno anche io Diocleziano abbiamo avuto la fortuna di partecipare ad alcuni di questi.
In particolare sabato 9 novembre scorso,  assieme ad un gruppo di blogger e giornalisti abbiamo partecipato ad educational tour , ideato per conoscere e degustare meglio i vini del territorio , abbinandoli ai prodotti tipici di Pordenone e della sua provincia.
In concomitanza con l’evento è nato il doppio hashtag  , che raggruppa sui social network tutto ciò che viene detto o postato riguardo alla manifestazione e alle attività collegate. 
Il tour è iniziato con una breve visita a Sacile, antica cittadina che si trova in un punto strategico tra Friuli e Veneto Il caratteristico centro storico sorge su due isole sul fiume Livenza lungo le cui sponde si affacciano numerosi palazzi nobiliari di stile veneziano , la città infatti conobbe il massimo sviluppo commerciale nel periodo in cui fu annessa alla Repubblica di Venezia (dal 1420 al 1797 ). E’ soprannominata anche Giardino della Serenissima e Porta del Friuli.
 Consiglio di visitare il Duomo di San Nicolò, patrono della città e Santo della navigazione fluviale, particolare l'angelo situato sul campanile che cambia posizione in base alle variazioni atmosferiche. 


La piccola chiesa della Madonna della Pietà e soprattutto il cinquecentesco Palazzo Ragazzoni-Flangini-Biglia .  Il nome del palazzo deriva da quello di una famiglia della borghesia commerciale veneziana che vi ha abitato e che lo ha abbellito e reso interessante.
 
( una sala interna del palazzo, dove era in corso un festival di musica antica ).

Poi ci siamo recati a Vistorta di Sacile , un piccolo borgo nel cuore del Friuli Occidentale, inserito nella tenuta agricola “ Vistorta” di proprietà della famiglia Brandolini d'Adda  sin dal 1780.
 Nella metà dell ’800 Guido Brandolini , dopo la laurea all’università di Padova , costruisce l’attuale struttura con concetti innovativi per l’epoca. 

Villa Brandolini d’Adda


si affaccia su sette ettari di parco all’inglese in cui prati verdissimi e alberi maestosi si riflettono in una successione dei piccoli laghetti. Nell’ampio parco crescono innumerevoli alberi di ormai notevoli dimensioni, tra conifere e latifoglie, in parte risalenti alla fine dell’Ottocento e in parte piantati dal grande paesaggista inglese Russel Page, chiamato nel 1965 dal conte Brando a ridisegnare il parco .


Nel parco è presente anche una serra con oltre 2000 orchidee . Un posto magico , una quantità incredibile di piante rare e belle, curate con passione e che offrono una vista che è difficile da descrivere e che le foto. 


L'attuale azienda agricola Vistorta, che coltiva 220 ettari attorno alla villa, é condotta dal 1980 da Brandino Brandolini d'Adda. Laureato in agraria alla Texas A & M University, dopo la prima esperienza vinicola nell'altra azienda di famiglia di Chateau Greysac nel Bordeaux, Brandino progetta una riqualificazione di Vistorta sul modello francese: concentrare tutta l'attenzione su un solo grande vino rosso. 

Infatti la natura argilloso-calcarea dei terreni di Vistorta é la base ideale per ottenere grandi rossi: é la stessa caratteristica che si ritrova nel Bordeaux e nel Medoc, dove terreni argillosi ed estati calde e secche favoriscono il Merlot nella sua migliore espressione.
L'introduzione di nuovi cloni francesi, la selezione di cloni autoctoni, e la scelta di porta-innesti di diversa forza hanno creato vigneti con un ampio ed equilibrato aspetto varietale.

 Sedici ettari e sedici vigneti numerati filare per filare, cloni diversi, età diverse, produzioni ed impianti diversi, sono necessari per realizzare il Merlot Vistorta.
 Le vendemmie vengono effettuate nelle giornate reputate idonee perché ogni clone e ogni filare ha una sua maturazione diversa, anche per l’esposizione al sole e al vento.
Le varie vendemmie sono poi vinificate separatamente per valorizzare la diversità e diverso vasca per vasca è il periodo di contatto con la buccia, la tempistica dei rimontaggi e la durata della macerazione. Il momento della svinatura viene deciso degustando giorno per giorno ciascuna vasca valutandone l’evoluzione; dopo la svinatura, mantenendo ancora separate le partite, viene avviata la fermentazione malolattica, inducendola naturalmente con il solo controllo della temperatura. Il vino poi passa nel legno piccolo per dodici mesi; alcune barrique sono nuove, altre usate.


Il risultato di tutto questo si chiama Merlot Vistorta, un vino favoloso, che ben si presta all’invecchiamento.
La barchessa della villa, adibita un tempo a cantina, refrigerata in modo naturale con un corso d’acqua che scorre sotto il pavimento, attualmente viene usata come museo, o per realizzare mostre ed eventi .
 Dopo aver lasciato la sede storica, ci siamo spostati a pochi km .  nella Barchessa di Cordignano, attuale sede di vinificazione ,  dove la pregevole architettura settecentesca si sposa alla più avanzata tecnologia enologica.
Abbiamo poi effettuato una degustazione verticale con il Vistorta 2009 e il Vistorta 2002 .


A mio avviso entrambi i vini sono ottimi, Il Vistorta 2002 è il vino che ho preferito ; ho apprezzato infatti l’incredibile complessità che ha elaborato negli anni, pur continuando ad apparire un vino giovane.
Il vino che contraddistingue questa azienda è il Vistorta realizzato con il vitigno Merlot ; ma questa azienda produce anche altri vini di qualità  : abbiamo degustato anche un Friulano ( ex Tocai ).


La cosa che ho subito notato è che questo vitigno varia notevolmente in base al luogo in cui viene prodotto, e i suoi profumi sono più accentuati rispetto allo stesso vitigno coltivato in Veneto.
Per tutta la visita abbiamo avuto la gradevole e competente compagnia dell’esperto Alec Ongaro , che ringrazio  .

Continua nei prossimi post.



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mercoledì 6 novembre 2013

Novità Sapori di Siena : i Ricciarelli Monodose e il Mini Panforte Margherita .

Sapori di Siena è nata nel 1832 ed è una delle aziende dolciarie più antiche d’Italia . Duecento anni caratterizzati da un costante rinnovamento che ha saputo tener viva l’antica tradizione toscana, proponendo nuove e fragranti bontà di alta pasticceria, ideali da degustare ogni giorno. Il Gruppo Colussi ha acquistato il marchio Sapori di Siena 1832 nel 2004 .
 
Ottobre 2013 , l’azienda presenta al pubblico due novità esclusive: le nuove e pratiche confezioni dei Ricciarelli Monodose e dei Mini Panforte Margherita

I Mini Panforte Margherita, piccoli bocconcini dell’inconfondibile Panforte Sapori, vestono di modernità una ricetta unica e secolare. Una chicca da intenditori ideale per accogliere gli ospiti o da portare sempre con sé per concedersi uno sfizio goloso in qualsiasi momento.

I Ricciarelli alla Mandorla, tenere gioie di pasta di mandorle accarezzate da un velo di zucchero, incanteranno tutti con il loro cuore morbido, oggi racchiuse in piccole mono porzioni da scartare e gustare una ad una.

Mandorle, zucchero, miele, uova, frutta secca e spezie, oggi come ieri, si combinano in modo sublime grazie all’esperienza di Sapori, che da 180 anni realizza i dolci tipici della tradizione nel rispetto delle ricette originali.
Piccole golosità preparate dagli esperti mastri pasticceri di Sapori di Siena, per godere in ogni momento dei classici Panforte e Ricciarelli, da assaporare in un sol boccone, a casa o in ufficio, guardando un bel film in compagnia degli amici, accompagnate al caffè o al thè, ma anche per concludere nel modo più dolce una serata in famiglia. .

Conoscevo già la qualità dei prodotti Sapori di Siena , ed ora dopo aver provato le nuove confezioni monodose, le ho particolarmente apprezzate
.La confezione monodose infatti ti permette sempre di avere a disposizione questi dolci , e di averli sempre  come appena sfornati.
Ideali da tenere in borsa , e come dolce da servire agli amici.
Potete anche realizzare delle dolci ricette, presto posterò una mia idea dolce realizzata con i Sapori di Siena
A mio avviso sono perfetti con il thè del pomeriggio, è questo il momento della giornata in cui io li preferisco, un momento di relax e di vero piacere per il palato, e secondo voi qual è il momento ideale per consumare queste dolcezze nella nuova versione monodose ?


Visitate anche la pagina face book : Sapori di Siena.
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sabato 2 novembre 2013

Spätzle agli spinaci con calamari a spillo e ceci



Gli spätzle agli sono dei gnocchetti originari del Tirolo e con il tempo sono diventati un tipico piatto del Trentino Alto Adige.

Ingredienti per 4 persone :

• 350 gr. Spätzle agli spinaci
• 1 barattolo di ceci Ecor
• 300 gr. di calamari a spillo
• 2 pomodori a grappolo
• 1 fettina di pancetta
• zenzero candito Ecor q.b.
• 2 spicchii d’aglio
• 2 foglie di alloro
• prezzemolo
• timo
• 1 rametto di rosmarino
• aceto balsamico q.b.
• sale fino
• olio extra vergine d’oliva Bonomo

Procedimento : per questa ricetta utilizzeremo sola la parte esterna dei pomodori , perché meno ricca di acqua . Tagliare a metà i pomodori , con un cucchiaio eliminare la polpa interna che utilizzerete a vostro piacimento , poi tagliare la parte esterna del pomodoro a cubetti. Foderare una pirofila con carta forno , distribuite i cubetti di pomodoro e inseriteli nel giorno già caldo a 280 ° per 5 minuti , poi girateli, abbassate la temperatura a 200 ° a fate cuocere per altri 10 minuti, spegnere il forno e lasciarli riposare sino a quando saranno freddi. Inserire i cubetti di pomodoro in una ciotola condirli con un trito di prezzemolo, timo e un filo di olio extra vergine di oliva e un pizzico di sale , mescolare e tenere da parte.
 
Sgocciolare i ceci dal liquido di conservazione, trasferirli nel colino a maglie fitte e sciacquarli sotto acqua fredda corrente. Tritate finemente la pancetta fatela rosolare in un tegame con un filo di olio , lo spicchio d’aglio e una foglia di alloro , poi aggiungere i ceci , lasciarli insaporire per una decina di minuti a fuoco dolce, poi aggiungere un trito di rosmarino e regolare di sale.
 
Lavare con cura i calamaretti , affettarli a rondelle e lasciare interi i tentacoli. Porre sul fuoco una casseruola antiaderente con olio extra vergine, lo spicchio d’aglio e una foglia di alloro ;quando l’olio è caldo inserire i calamaretti , far cuocere a fuoco dolce per 3 minuti i calamaretti , poi spegnere il fuoco. Aggiungere un pizzico di zenzero grattugiato e regolare di sale.
Rimettere sul fuoco il tegame dei calamari , aggiungere i ceci e i cubetti di pomodori arrosti, lasciate insaporire per 5 minuti. Cuocere gli spazle in abbondante acqua salata , scolarli e farli saltare nel sugo appena preparato, aggiungendo  anche due cucchiai di acqua di cottura dei gnocchetti . Servire il piatto con una decorazione realizzata con delle gocce di aceto balsamico.

Vino consigliato :  Traminer Aromatico Alto Adige  DOC
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