L’Ecomuseo delle Acque del Gemonese è un museo diffuso e partecipativo che punta a conservare, comunicare e rinnovare l’identità culturale di una comunità. Consiste in un progetto integrato, a carattere interdisciplinare, di tutela e valorizzazione di un territorio geograficamente omogeneo, connotato da peculiarità storiche, culturali, linguistiche, paesaggistiche e ambientali.
L’ambito territoriale di riferimento è il Campo di Osoppo-Gemona (comuni di Gemona del Friuli, Artegna, Buja, Majano, Montenars e Osoppo), una pianura alluvionale posta al centro del Friuli, dove l’Ecomuseo opera con l’obiettivo di coniugare le iniziative di salvaguardia della natura con quelle di interpretazione e conservazione del patrimonio culturale, preservando la memoria collettiva e storica dei luoghi e promuovendo uno sviluppo sostenibile che vada incontro alle esigenze della popolazione.
Nei giorni scorsi, nell’ambito dell’iniziativa Wine bus abbiamo visitato la sede operativa dell’Ecomuseo delle Acque del Gemonese : il Mulino Cocconi, situato al centro del nucleo abitato di Borgo Molino a Ospedaletto di Gemona . Questo mulino ha origini antichissime ( 1431 ) , anche se l’attuale struttura risale all’inizio dell’Ottocento . Il Mulino Cocconi di Ospedaletto, in provincia di Udine, unico esemplare di mulino ad acqua sopravvissuto al disastroso terremoto del 1976 che distrusse il gemonese .
Tondolo Maurizio, il direttore dell’Eco Museo delle Acque di Gemona del Friuli, ci ha raccontato con dovizia di particolari la storia di questo territorio , la riscoperta e la valorizzazione dei suoi prodotti e in particolare dei due prodotti che sono il fiore all'occhiello di questo territorio , due presidi slow food:
il pan di sorc e il formaggio della latteria turnaria di Campolessi
Il pan di sorc è un pane dolce e speziato che è stato prodotto nel gemonese fino agli anni sessanta , generalmente nel periodo natalizio . Questo pane veniva realizzato con la miscela di tre farine: mais (sorc in lingua friulana) a ciclo vegetativo breve (cinquantino),
segale ,
e frumento.
Un tempo si impastava in casa e poi si portava al forno per la cottura. Nelle comunità di Buja e Artegna questo pane diventava dolce e speziato con l’aggiunta di una piccola quantità difichi secchi e semi di finocchio selvatico ma anche uvetta, cannella e noci.
Questa variante tradizionalmente si preparava per le festività natalizie e si regalava come dolce ben augurante.
La ricetta originale del pan di sorc è stata raccolta intervistando anziani agricoltori, panificatori e mugnai, come i bujesi Anedi Basaldella e Domenico Calligaro, nati entrambi nel 1926 , entrambi avevano una conoscenza diretta del prodotto (il primo per aver macinato le granelle e preparato la farina, il secondo per aver impastato e cotto il pane). Se questi testimoni non fossero stati presi in considerazione il pan di sorc quasi certamente si sarebbe estinto .
La ricetta venne sperimentata e variata nelle percentuali delle farine, fino a trovare un giusto equilibrio e, dalle tre qualità di cinquantino reperite in zona, rosso, meno rosso e tendente al giallo, venne individuata quella ramata che meglio si accordava con il progetto “Pan di Sorc”.
Nel frattempo la capacità di coinvolgimento porta i piccoli agricoltori ad aumentare la produzione bio di questo mais, oggi sono circa una quindicina, che credono in questo progetto .
Tutte le pagnotte sono contraddistinte e certificate da un bollino .
All'interno del molino Cocconi è possibile anche acquistare i loro prodotti, potete immaginare la nostra felicità.
Ecco uno dei nostri acquisti:
e come si presenta all'interno
A presto con le ricette.
Per ulteriori info :
Pan di sorc .it
Ecomuseo delle acque .it
Tutte le pagnotte sono contraddistinte e certificate da un bollino .
All'interno del molino Cocconi è possibile anche acquistare i loro prodotti, potete immaginare la nostra felicità.
Ecco uno dei nostri acquisti:
e come si presenta all'interno
A presto con le ricette.
Per ulteriori info :
Pan di sorc .it
Ecomuseo delle acque .it
Ha un aspetto invitante questo pan di sorc, un museo che mi piacerebbe visitare
RispondiEliminaquanti posti interessanti ha il nostro territorio, mi segno tutto, chissà che non possa visitare anche io quel museo, un bacione
RispondiEliminaMi piace molto fare un salto nel tempo e rievocare le tradizioni antiche come questo museo che hai visitato. Attendo con piacere le tue ricette!
RispondiEliminami piacerebbe assaporare il gusto del pan di sorc, un pane dolce, speziato che sarà sicuramente ottimo! un posto assolutamente da visitare!
RispondiEliminaMamma che aspetto invitante ha il pan di sorc, non ne avevo mai sentito parlare, ma i panificati mi attirano pressocchè tutti.
RispondiEliminaE che bella la location che vedo nella prima immagine, davvero suggestiva
quanto mi sarebbe piaciuto ascoltare quella storia, adoro scoprire le origini delle cose soprattutto di questo genere. il pane dev'essere buonissimo, già a guardare la foto fa venir voglia di assaggiarlo
RispondiEliminaun museo davvero intelligente che fa conoscere e scoprire le antiche tradizioni chissà che bontà
RispondiEliminaMolto interessante quel museo. Sono quei musei che interesserebbero molto anche Junio. E quel pane si mangia con gli occhi chissà che profumo e che sapore!
RispondiEliminaInteressante il museo, per non parlare di quel pane. Che voglia di assaggiarlo.
RispondiEliminaChe posto interessante!! :)
RispondiEliminahttps://julesonthemoon.blogspot.it
Molto interessante il museo. Il pane non lo conoscevo, ha un aspetto magnifico. Un abbraccio
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