I falò di inizio anno sono una tradizione popolare del Nordest consistente nel bruciare delle grandi cataste di legno e frasche nei primi giorni di gennaio, solitamente la vigilia dell'epifania. Data la sua larga diffusione, ne esistono moltissime versioni e denominazioni: in Friuli è detto pignarûl (plurale pignarûi), in Veneto panevìn o panaìn (da pan e vin "pane e vino", il povero cibo che si consuma durante il falò), pìroła-pàroła, vècia ("vecchia": le pire possono assumere la forma di un fantoccio), nel basso Friuli e nel Veneto Orientale foghèra o casèra.
Sembra che questa usanza risalga a riti pre-cristiani: i Celti infatti accendevano dei fuochi per ingraziarsi la divinità relativa e bruciavano un fantoccio rappresentante il passato.Rimasta intatta come rituale da svolgersi nella vigilia dell'Epifania, ancor oggi la fiamma simboleggia la speranza e la forza di bruciare il vecchio (non a caso si può bruciare la "vecchia" posta sopra la pira di legna) e la direzione delle scintille viene letta come presagio per il futuro:: se le fuìsche le va a matìna, ciòl su'l sàc e và a farina; se le fuìsche le va a sera pàn e poènta a pièn caliera ("se le faville vanno a oriente, prendi il sacco e va a farina; se le faville vanno a occidente, pane e calderone pieno di polenta").Il rito dei fuochi è anche un momento in cui la comunità si raccoglie per stare in compagnia. Viene accompagnato dalla degustazione di vin brulè e di pinza, focaccia tipica di questa festa. ( fonte Wikipedia )
Ingredienti:
150 gr. di uva passa
150 gr. di fichi secchi
I cucchiaio da tè di semi di finocchio
1 piccola mela
1 bustina di lievito mastro fornaio
½ limone – ½ arancia
1 cucchiaio di miele
1 cucchiaino di sale
5 cucchiai di zucchero
150 gr. di burro
100 ml di olio di semi di mais
500 ml di latte
la polpa di una piccola fetta di zucca cotta al forno
75 gr. di farina di mais precotta
450 circa gr. di farina
zucchero a velo a piacere
mie aggiunte personali : i gherigli di 4 noci – 1 cucchiaio di pinoli
Procedimento:
Versare in una scodella 150 ml di latte tiepido, aggiungere l’uva passa, i fichi secchi tagliati a fettine, i gherigli di noci, il cucchiaio di pinoli e i semi di finocchio e lasciar riposare per circa ½ ora.
In una terrina far sciogliere il lievito con 100 ml di latte tiepido, 1 cucchiaino di sale e 1 cucchiaio di zucchero, aggiungere circa 70 gr. di farina e un goccio d’olio, coprire con un canovaccio e lasciar riposare.
Sbucciare e tagliare a fettine sottili la mela, disporre le fettine di mela su di un piatto, coprirle con il succo di ½ limone e un po’ di zucchero.
A questo punto prendere l’impasto di lievito, aggiungere la scodella con la frutta secca ammollata nel latte, la polpa di zucca, grattugiare la buccia di ½ arancia ed aggiungere le fettine di mela e per ultimo lo zucchero rimanente.
Far bollire il latte rimanente con dentro la buccia di limone (aggiungere anche un po’ d’acqua ).
Togliere la buccia di limone, versare la farina di mais precotta, il miele e un goccio d’olio mescolare per alcuni minuti ottenendo così una polentina morbida e lasciarla intiepidire.
Riprendere l’impasto della pinza, versare la polenta , il burro sciolto e l’olio rimanente ed impastare con la farina rimanente.
Mettere l’impasto in teglia da 32x24 mm. foderata con carta forno ed infornare per circa 30-35 minuti a 180°. ( consiglio di coprire la pinza con della carta di alluminio per i primi 15 minuti.
A piacere spolverizzare con dello zucchero a velo.
Sembra che questa usanza risalga a riti pre-cristiani: i Celti infatti accendevano dei fuochi per ingraziarsi la divinità relativa e bruciavano un fantoccio rappresentante il passato.Rimasta intatta come rituale da svolgersi nella vigilia dell'Epifania, ancor oggi la fiamma simboleggia la speranza e la forza di bruciare il vecchio (non a caso si può bruciare la "vecchia" posta sopra la pira di legna) e la direzione delle scintille viene letta come presagio per il futuro:: se le fuìsche le va a matìna, ciòl su'l sàc e và a farina; se le fuìsche le va a sera pàn e poènta a pièn caliera ("se le faville vanno a oriente, prendi il sacco e va a farina; se le faville vanno a occidente, pane e calderone pieno di polenta").Il rito dei fuochi è anche un momento in cui la comunità si raccoglie per stare in compagnia. Viene accompagnato dalla degustazione di vin brulè e di pinza, focaccia tipica di questa festa. ( fonte Wikipedia )
Ingredienti:
150 gr. di uva passa
150 gr. di fichi secchi
I cucchiaio da tè di semi di finocchio
1 piccola mela
1 bustina di lievito mastro fornaio
½ limone – ½ arancia
1 cucchiaio di miele
1 cucchiaino di sale
5 cucchiai di zucchero
150 gr. di burro
100 ml di olio di semi di mais
500 ml di latte
la polpa di una piccola fetta di zucca cotta al forno
75 gr. di farina di mais precotta
450 circa gr. di farina
zucchero a velo a piacere
mie aggiunte personali : i gherigli di 4 noci – 1 cucchiaio di pinoli
Procedimento:
Versare in una scodella 150 ml di latte tiepido, aggiungere l’uva passa, i fichi secchi tagliati a fettine, i gherigli di noci, il cucchiaio di pinoli e i semi di finocchio e lasciar riposare per circa ½ ora.
In una terrina far sciogliere il lievito con 100 ml di latte tiepido, 1 cucchiaino di sale e 1 cucchiaio di zucchero, aggiungere circa 70 gr. di farina e un goccio d’olio, coprire con un canovaccio e lasciar riposare.
Sbucciare e tagliare a fettine sottili la mela, disporre le fettine di mela su di un piatto, coprirle con il succo di ½ limone e un po’ di zucchero.
A questo punto prendere l’impasto di lievito, aggiungere la scodella con la frutta secca ammollata nel latte, la polpa di zucca, grattugiare la buccia di ½ arancia ed aggiungere le fettine di mela e per ultimo lo zucchero rimanente.
Far bollire il latte rimanente con dentro la buccia di limone (aggiungere anche un po’ d’acqua ).
Togliere la buccia di limone, versare la farina di mais precotta, il miele e un goccio d’olio mescolare per alcuni minuti ottenendo così una polentina morbida e lasciarla intiepidire.
Riprendere l’impasto della pinza, versare la polenta , il burro sciolto e l’olio rimanente ed impastare con la farina rimanente.
Mettere l’impasto in teglia da 32x24 mm. foderata con carta forno ed infornare per circa 30-35 minuti a 180°. ( consiglio di coprire la pinza con della carta di alluminio per i primi 15 minuti.
A piacere spolverizzare con dello zucchero a velo.
La "pinza" è senz'altro uno dei dolci più antichi della cucina veneta, ne esistono di diversi tipi, ma tutte hanno come base la farina di mais e la farina 00 ( farina de fior ).
Un tempo la pinza veniva cotta sulle braci e coperta con delle foglie di verza perchè non si bruciasse durante la cottura.
Nel Veneto Orientale la pinza è il dolce tipico dell'Epifania e viene preparato quasi esclusivamente in questo periodo, fatta eccezzione per il paese di San Giorgio al Tagliamento ( VE ), nella vicinanze di Bibione, dove la pinza viene tuttora preparata per ferragosto, festa del paese, paese che viene anche sopranominato "San Giorgio della pinza."
Un'antica credenza popolare dice che la pinza porti una una grande fortuna alle ragazze che intendono maritarsi ; per poter usufruire di questa fortuna, bisogna che le ragazze, il giorno della befana, vadano a mangiare un pezzetto di questo dolce in 7 case diverse, si dice che il risultato è garantito. Sempre per questa credenza, un pezzetto di questo dolce veniva avvolto su di un tovagliolo di lino bianco e conservato anche per mesi.
Ricordo che quando ero bambina, ed abitavo in campagna, tutto il vicinato si riuniva in una famiglia, si accendeva la casera, subito dopo la benedizione dell'acqua in chiesa , si mangiava un pezzettino di pinza , poi si faceva il giro ( si accendevano le casere ) di tutte le altre famiglie, e alla fine si decretava la massaia che per per quell'anno aveva preparato la pinza piu' buona ( è uno dei ricordi più belli della mia infanzia ).
Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Betty:
Quanto mi piace conoscere le tradizioni!!!La pinza è fantastica!UN ABBRACCIO
RispondiEliminaNon sapevo di questa tradizione. Sei stata brava? La befana viene a casa tua domani sera?
RispondiEliminaSounds like a wonderful tradition. A great way to bring people together.
RispondiEliminaConoscevo i falò per la festa dell'Immacolata ma non per la vigilia dell'Epifania. E' bello scoprire queste tradizioni e soprattutto far sì che non si perdano nel tempo. La pinza mi sembra un po' "laboriosetta" dev'essere buonissima, così ricca di frutta secca e profumata di agrumi. Un bacio
RispondiEliminami piace tanto questo post,come d'altronde tutti i vostri,conoscere usi e costumi di un piatto e di chi lo ha in passato preparato...bravissimi come sempre baci!!
RispondiEliminaBellissime queste tradizioni, da mantenere ASSOLUTAMENTE!!!
RispondiEliminaBravi Bravi
Bacioni e Buona Epifania
Come amo la pinza...e come mi piacciono queste ricette della tradizione!!! bravissima Daniela!!!
RispondiEliminaquanto mi piacciono queste ricette della tradizione!!!! Sembra buonissima!!!
RispondiEliminaRingrazio:
RispondiElimina- Marifra79
- Linda
- Barbara Bakes
- Federica
- Scarlett
- Germana
- Terry
- Colombina
Ciao Daniela.
ciao carissima...!!! ma è mai possibile che mi perdo sempre i tuoi post?? ho troppo da fare..mi devo dare una calmata!! :DD
RispondiEliminache belli gli aneddoti che ci racconti :)
e che buono questo dolce!! il giusto x concludere le feste! un bacionissimo!
Auguri Daniela! Buona Epifania!!!
RispondiEliminaMolto bello il tuo blog, complimenti. Ho letto con molto interesse della pinza e delle storie della tradizione. Si vede che sei una persona attenta e sensibile... anche dagli altri post. Verrò a trovarti ancora e ti metterò nella lista dei miei preferiti. Ciaooo, ti mando un abbraccio e tanti auguri di buon anno nuovo.
RispondiEliminaChe bellissimo racconto, sul filo di ricordi e tradizioni.
RispondiEliminaPensa che proprio stasera, sul tg regionale, avevo sentito dire "pane e vin" e non capivo cosa c'entrasse con i tipico falò.
Anche il dolce dev'essere proprio buono, da noi non si fa, ma fa proprio voglia provarlo.
Ciao mia cara, bellissmo post come sempre a ricordarci le belle tradizioni che abbiamo... Io per non rischiare ieri sera sono rimasta tappata in casa....
RispondiEliminaBuona Befana! Baci Alessandra
Grazie in ritardissimo di tutti gli auguri che contraccambio di cuore!
RispondiEliminaQuelli del compleanno li tengo che questa volta era pure vero... ;-)
Ringrazio:
RispondiElimina- Roberta
- Amber
- Ross
- Albertone
- Amos Gitai
- Alessandra
- Simona Pinto
Ciao Daniela.
E' una tradizione che non conoscevo e che ho appreso con interesse ....
RispondiEliminaCiao :))
Grazie Lenny.
RispondiEliminaCiao Daniela.
Ciao, sono ancora in tempo per gli auguri ed.. una domanda? Voglio fare la pinza questa sera. Il latte (150ml) dell'uvetta va aggiunto o serve solo per ammollare la frutta? Mia mamma aggiungeva snche della grappa (si sa, fa freddo... :-)) Che dici posso sostituire un po' di latte con il liquore?? Grazie
RispondiEliminaCiao VipeRina nella mia ricetta il latte serve per ammollare la frutta secca. Come specificato nel post esistono varie versioni della ricetta, un tempo gli ingredienti variavano in base alla disponibilità della dispensa. puoi sostutuire il latte tranquillamente con un po' di liquore.
RispondiEliminaCiao Daniela.
Non conoscevo questa delizia! Ti è venuta benissimo, complimenti ^_^
RispondiEliminaTi ringrazio miracucina.
RispondiEliminaCiao Daniela.
grazie per avermi fatto conoscere questa tradizione :) non ne sapevo nulla! complimenti a te e alla tua bellissima pinza! buona settimana!
RispondiEliminaAmo le tradizioni e questo dolce lo conosco bene :)
RispondiEliminaUn bacione grande!!
carissima tu sei una miniera di informazione e sapere! te lo dico di cuore... c'è sempre qualcosa da sapere ed imparare qui! complimenti, complimenti, complimenti!! meraviglioso dolce:*
RispondiEliminaRicetta favolosa, e grazie per tutte le belle tradizioni e ricordi che ci hai raccontato, brava!!!
RispondiEliminaUn abbraccio
E' completamente diversa dalla Pinza di trieste, mi sembra molto buona, vorrei farla...Buona settimana
RispondiEliminaè un dolce che amo, all'inizio pensavo fosse come l'analogo tristino e invece no, tutto un altro sapore e che sapore! Ma sai che non avevo individuato al presenza del finocchio? proverò a farlo in casa anche se l'epifania è ormai passta
RispondiEliminaRingrazio :
RispondiElimina@ Giovanni
@ Lory B.
@ simona Mirto
@ carla
@ Chiara
@ Stefania
Buona serata Daniela.
Non ho mai assaggiato questo dolce, sarà buonissimo
RispondiEliminaGrazie Mariangela . Buona serata Daniela.
EliminaProvalo Mariangela te lo consiglio. Buonaserata Daniela.
RispondiEliminaAuguri ! anche se in ritardo !
RispondiEliminaSai che non ho mai assaggiato la pinza? La tua ha un ottimo aspetto, vorrà dire che mi toccherà "sacrificarmi" e assaggiarla al più presto! ;-)
RispondiEliminaRingrazio :
RispondiElimina@ Anna
@ Elisa
Buona serata Daniela.
sono di origini veneto friulane eppure non avevo mai sentito questa leggenda né assaggiato la pinza dell'epifania ma a giudicare dalla tua foto sembra goduriosa!
RispondiEliminaCiao Cristina , come indicato nel post , questa ricetta , cosi come le leggende ad essa riferita è legata al Veneto orientale , e come indicato nel post ogni città o paesino aveva propria leggenda . Per quanto riguarda la ricetta , ogni famiglia aveva una sua ricetta personale, e molti ingredienti variavano, in base agli ingredienti presenti in dispensa. Buona serata Daniela.
RispondiEliminame la segno ! Buona settimana...
RispondiEliminami piacciono le leggende che ci raccontano le nostro tradizioni e penso che questo dolce sia veramente buono. Un abbraccio e buona giornata.
RispondiEliminaMi piacciono le ricette tradizionali, sapere la loro storia e i riti a loro legati.
RispondiEliminaAdoro i riti e le tradizioni, anche se sono lontane dalle mie, mi riportano comunque alla mia infanzia.
RispondiEliminaNon ricordo se a Napoli si accendono fuochi all'Epifania, ma leggendo il tuo post ho ricordato quello che accendiamo a sant'Antonio Abate. Deliziosa la pinza! Un bacio
sembra buonissimo!
RispondiEliminase ti va passa a trovarmi :viviconvivi.blogspot.it
mi piace scoprire le ricette della tradizione, questa deve essere squisita! Un abbraccio SILVIA
RispondiEliminai dolci della tradizione sono sempre tutti buonissimi!
RispondiEliminaChe delizia la tua pinza, brava! Un bacio
RispondiEliminaMi piacerebbe proprio provarla, le ricette della tradizione mi incuriosiscono sempre tanto. Complimenti.
RispondiEliminaCiao Daniela io mi ricordo che si rifaceva la pinza dopo poco l'epifania tu ris
RispondiEliminaCordi che data?ricordi
Un