domenica 31 gennaio 2010

Margherita di cocco e clementine.




Ingredienti per 6/8 persone:
*120 gr. di burro
* 150 gr. di zucchero
* 2 clementine biologiche
* 2 uova biologiche
* 215 gr. di farina con lievito in polvere
* 100 gr. di cocco essiccato
* 185 ml. di latte




Esecuzione: montare il burro con lo zucchero, fino ad avere un composto chiaro e spumoso. Aggiungere gradualmente le uova , la buccia grattugiata di una clementina ( opportunamente lavata ), e il succo delle clementine. Aggiungere poi mescolando la farina e il cocco, alternandola al latte.
Versare il composto nella tortiera e pareggiare la superficie.
Infornare nel forno preriscaldato a 180° per 45° minuti circa, o sino a quando uno stuzzicadenti infilato al centro del dolce ne uscirà asciutto. Lasciar raffreddare il dolce nella tortiera e poi capovolgerlo su di in piatto. Guarnire a piacere con zucchero a velo.






Con questa raccolta partecipo alla raccolta " ricette con cocco ".




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giovedì 28 gennaio 2010

Crespelle con crema di fagioli corona




Ingredienti per 4 persone:

Ingredienti per la crema di fagioli :
- 200 gr. di fagioli corona biologici
- 2 fettine di guanciale affumicato
- 1 noce di burro
- 1 foglia di alloro
- prezzemolo
- rosmarino
- sale e pepe

Esecuzione: la sera precedente mettere a bagno i fagioli in acqua fredda , poi sciacquarli e farli cuocere in abbondate acqua fredda salata, con una foglia di alloro. Scolare i fagioli, tenendo da parte circa ½ litro del liquido di cottura, passarli poi al passaverdure. In un tegame a fuoco dolce fate sciogliere il burro, aggiungere poi il guanciale tritato, il prezzemolo, lo spicchio d’aglio intero, e la purea di fagioli.
Diluire la purea con il liquido di cottura dei fagioli, aggiustare di sale e pepe, aggiungere del rosmarino tritato molto finemente e far cuocere per una decina di minuti.

Ingredienti per le crespelle:
- 125 gr. di farina
- 250 ml di latte
- 1 uovo biologico
- 25 gr. di burro
- un pizzico di sale

La ricetta delle crespelle l’ho presa da Giallo Zafferano, io ho modificato le dosi.
Esecuzione: ponete in una ciotola dai bordi alti la farina preventivamente setacciata, 1 pizzico di sale e il latte. Lavorate il composto (potete usare anche uno sbattitore o il mimipimer) fino a che sarà liscio, vellutato e senza alcun grumo.

In una terrina a parte sbattete con una forchetta le uova affinché si amalgamino, poi aggiungetele alla pastella e continuate a mescolare.
Coprite la pastella e lasciatela riposare , in un luogo fresco, per almeno mezz’ora.

Sciogliete in un pentolino il burro, e poi unitelo alla pastella, mescolando ancora per amalgamare il tutto.

Ponete a scaldare sul fuoco una padella antiaderente per crepes, e quando sarà ben calda, versatevi una quantità di pastella necessaria a coprire il fondo così facendo: ponete la pastella al centro della padella e poi inclinandola e ruotandola, cercate di distribuirla su tutta la superficie.

Lasciate cuocere per un minuto scuotendo la padella di tanto in tanto per fare staccare la crepes dal fondo: non appena sarà dorata, giratela dall’altra parte e attendete che a sua volta assuma lo stesso colore.

Appena pronta, toglietela dalla padella facendola scivolare su di un piatto, e continuate così anche per le restanti crepes, adagiandole una sull’altra a mano a mano che saranno pronte.

Per la salsa :
- 90 gr . di burro
- I gherigli di 5 noci tritati grossolanamente
- 2 foglie di salvia

Fate sciogliere a fuoco dolce in un tegame il burro aggiungete poi le noci tritate e la salvia tritata finemente, sino a quando il burro raggiungerà un bel colore dorato.
A questo punto farcirle le crespelle con la crema di fagioli, piegarle a ventaglio, porle in una pirofila con sopra qualche cucchiaio di burro alla salvia e noci. Inserire la pirofila nel forno caldo a 200° per una decina di minuti. Decorare a piacere con delle perle di melograno.

Ho abbinato a questo piatto del vino Sauvignon del Veneto Orientale.
Con questa ricetta partecipo al contest: Le crespelle di about food


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mercoledì 27 gennaio 2010

Grazie dei fiori.. e dei premi

Questo premio mi è stato donato da Roberta di: http://saporieconsistenze.blogspot.com/
e da colombina del blog:http://speziando.blogspot.com/


Questo premio mi è stato donato contemporaneamente da Roberta e da Laura di: http://pentoledirame.blogspot.com/
Ringrazio calorosamente Roberta e Laura per avermi donato questi premi e li dedico a tutti gli amici e le amiche che ho avuto la fortuna di conoscere in questo periodo.




Vedi anche questo post.
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venerdì 22 gennaio 2010

Il mio racconto del Natale



Il Natale è un momento di amicizia e di comunione; l’occasione per addobbare la casa, dedicarsi ai regali, preparare un pranzo importante, ritrovare amici e parenti che non si incontrano da tempo. Un momento magico, durante il quale scambiarsi auguri e regali, diventa il mezzo per comunicare in modo più profondo e dove, se possibile, l’occasione adatta per cercare di dimenticare antichi rancori. Il giorno precedente il Natale, sono un po’ tesa, ci sono tante cose da fare e da verificare perché tutto sia perfetto. Nella mia famiglia non si usa festeggiare la vigilia del Natale, la grande festa è il giorno di Natale, in particolare il momento clou è il pranzo di Natale, e prima del pranzo avviene lo scambio dei regali.
La cena della vigilia è una cena leggera a base di minestra di verdura o pesce bollito; l’unica vecchia tradizione che si mantiene nella mia famiglia è quella del “ Zoc de Nadal “ ( ceppo di Natale ): un tempo alla vigilia di Natale si usava mettere sul focolare un gran ceppo, di qualunque legno. Precedentemente veniva benedetto con l’acqua santa, durava acceso tutta la notte di Natale, ma non bruciava completamente. Veniva poi acceso a Capodanno,e se ne conservava un pezzo per consumarlo all’Epifania., si credeva che i resti del carbone e delle ceneri, oltre ad avere un potere fertilizzante e terapeutico avrebbero protetto la casa dai fulmini e dalle malattie. Al giorno d’oggi il focolare è stato sostituito dalle cucine economiche, ma in molte famiglie, come la mia, permane l’usanza del Ceppo di Natale.
Nella mia abitazione gli addobbi sono in versione minimalista, un piccolo presepe, un piccolo albero di Natale, la corona sulla porta di casa, alcune candele rosse ed alcune color oro.

Nella mia famiglia il pranzo di Natale avviene rigorosamente in casa, le cuoche ad anni alterni siamo io e mia sorella. Ho preparato la tavola la sera precedente, ho utilizzato una tovaglia bianca, i sottopiatti blu e il servizio di piatti di porcellana tedesca della mamma di Diocleziano ( ha oltre 50 anni ), ed ho aggiunto un tocco di rosso con dei bicchieri da vino, per segnaposto un cuoricino di vetro blu con il nome., e per centro tavola un simpatico babbo Natale.

Tutte cose che avevo in casa, ed ora starete pensando che ogni anno addobbo la tavola di Natale allo stesso modo? Nooo!!! Grazie alla fantasia, eseguo delle piccole modifiche che la rendono ogni anno diversa, tipo cambiare il centrotavola, cambiare il segnaposto, cambiare il colore del tovagliolo ecc.

Il nostro menù di Natale è ricco e vario, in modo tale da poter incontrare i gusti di tutti gli ospiti, diciamo che visto il numero di portate fa da pranzo e da cena.

Nel menù di Natale sono sempre presenti due piatti ai quali la nostra famiglia è particolarmente legata: le lasagne con la carne e il classico arrosto di vitello, gli altri piatti del menù variano di anno in anno, e sono una sorpresa per gli ospiti.

Menu’ di Natale 2009

- aperitivo con stuzzichini

- antipasto di salumi misti

- Daniela’s lasagne

- Mezze penne con goulash di coniglio e zucca in saor

- sgroppino

- Arrosto di vitello

- Fagianella al forno con patate

- Tronchetto con tiramisù è cioccolato bianco

- Il dolce dei ricordi

Per l’antipasto di salumi misti ho sistemato nei piatti individuali fettine di prosciutto crudo, di coppa, e di salame al prosecco, accompagnati da sottoaceti ed insalata russa.

Si tratta di piccole porzioni, in modo tale da non appensatire ( subito ) gli ospiti.

Come contorni oltre alla patate arrosto, c’era anche un’insalatina mista
Il giorno precedente il Natale, con entusiasmo e passione, avevo preparato tutto il necessario per comporre questi piatti; io, ci tenevo particolarmente a far provare agli ospiti le mie "mezze penne con goulash di coniglio e zucca in saor", ma al pranzo di Natale ,dopo le lasagne, circa la metà dei miei ospiti disse che voleva passare ai secondi, io ci rimasi un po’ male, ma si sa l’ospite ha sempre ragione. All’ultimo momento, la situazione si è capovolta: mio cognato è entrato in cucina, ha visto gli ingredienti e mi ha sussurrato: "ma una piccola porzione non farà mica male a nessuno” ? Grazie a lui, ho proposto ai miei ospiti le mie mezze penne con goulash di coniglio e zucca in saor, ed e stato un successone, qualcuno ha chiesto il bis, è qualcun altro mi ha chiesto di riproporgliele quanto prima.

Il pranzo termina con il caffè e qualche chicco di uva sottospirito, anche questa rigorosamente preparata in casa.

Dal punto di vista religioso il Natale è la festività più importante in assoluto, pur sempre quella più sentita a livello familiare e popolare.

Alla fine di ogni pranzo di Natale ,si finisce sempre col parlare della famiglia e del passato, perché, come recita un famoso spot “ la famiglia è sempre la famiglia”, e in questa occasione si fa il possibile per cancellare le eventuali incomprensioni. In particolare il ricordo va a mio padre che è venuto a mancare quando io ero una bambina. A questa foto della mia famiglia,scattata nel 1942 io sono particolarmente legata, papà è il terzo in basso da sinistra; un mio zio era in guerra, per cui per non sfalsare il numero dei componenti la famiglia, un vicino di casa si è prestato a farsi fotografare, è il primo in alto a destra. Avete notato quanti fratelli e sorelle aveva papà? Una famigliola numerosa.





Cucinare per me è un piacere, una vera passione, lavare i piatti, un po’ meno!! E dato che non possiedo ancora la lavastoviglie, potete immaginare quanti piatti da lavare, una volta terminato il pranzo.

Il momento della verifica è il giorno seguente: ci si ritrova tutti ed è l’occasione giusta per sapere se gli ospiti hanno apprezzato il pranzo; mi basta guardare i loro volti e comprendo che hanno gradito. Poi tutti a visitare il presepio vivente del mio paese Annone Veneto ( VE ) che ogni anno attira numerosissime persone dal Veneto e dal vicino Friuli, e, devo proprio fare i miei complimenti agli organizzatori. Anche per quest’anno il Natale è passato ed ora, se ripenso a quei giorni, nonostante il gran daffare e le montagne di piatti da lavare, ho un po’ di nostalgia.







Spero con questo racconto di avervi almeno in parte trasmesso le emozioni e le sensazioni che hanno accompagnato il mio Natale.

Con questo racconto ho partecipato al contest Natalizio di Voiello.
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mercoledì 20 gennaio 2010

Minestra di fagioli con il radicchio


Sono appassionata di cucina e molto legata alle tradizioni, questa sera vi presento un piatto classico della tradizione veneta, modificato e rivisitato.

Ingredienti per 4 persone

- 300 gr di fagioli borlotti freschi
- 180 gr. di minestra tipo corallini
- 2 patate medie
- 1 osso carnoso di vitello
- 1 carota
- 1 pomodoro cuor di bue maturo
- 1 gambo di sedano
- ½ mezza cipolla bianca
- 1 spicchio di d’aglio
- 150 gr. radicchio di campo verde e rosso ( e un tipo di radicchio che cresce spontaneamente in mezzo all’erba medica )
- 1 piccolo cespo di scarola ( utilizzare il cuore )
- 100 gr. di montasio stravecchio
- 1 fetta di prosciutto San Daniele
- 2 fette di pancetta fresca
- 1 cucchiaio di pinoli
- Erba cipollina, prezzemolo, alloro, rosmarino
- Olio d’oliva, curcuma sale e pepe

Preparazione del piatto :
Mettere sul fuoco una pentola a pressione con circa tre litri di acqua e i fagioli, la cipolla, l’aglio, la carota e il sedano, 2 foglie di alloro, un mazzolino di rosmarino legato con del filo, la giusta quantità di sale grosso. Quando l’acqua bolle, mettere il coperchio a pressione e cuocere per 20 minuti. A questo punto aprire il coperchio ed aggiungere le patate pelate e tagliate a pezzi grossi, e il pomodoro ; continuare a cottura senza coperchio per altri 15 minuti.
Con il passaverdure ( utilizzare la maglia sottile ) passare il minestrone e porlo in un tegame alto con il fondo spesso, portare a bollore quindi versare la minestra e portarla a cottura (a fuoco dolce) mescolando spesso con un cucchiaio di legno.
Intanto che la minestra cuoce porre sul fuoco un tegame tipo wok, quando questo e caldo versare la pancetta tagliata a cubetti e un filo d’olio, lasciare che il grasso si sciolga quindi versare i pinoli e il prezzemolo e un pizzico di curcuma ( questo è il condimento per l’insalata )
A questo punto prendere il radicchio e la scarola opportunamente lavati, versarci sopra il condimento caldo, mescolare e disporlo sul piatto, al centro versare la minestra di fagioli il croccante di prosciutto ( realizzato tagliando a strioscioline il prosciutto e fatto dorare sul wok caldo e senza olio ) con un pizzico di erba cipollina, una macinata di pepe nero, guarnire tutto il piatto con qualche scaglia di montasio stravecchio.



Ho abbinato a questo piatto un vino rosso il Malbech del Veneto Orientale.


Tocco personale :

io ho fatto delle variazioni al piatto originale , in particolare ho aggiunto il curcuma e dei pinoli
e il croccante di prosciutto. Ho sostituito la cotenna del maiale ( sosoi ) con della pancetta fresca. Per realizzare un piatto piu’leggero rispetto alla ricetta originale.


Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Ale del blog : Timo e maggiorana " Minestre, zuppe e vellutate tutto cio' che scalda ..."




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lunedì 18 gennaio 2010

Risotto con finocchi e formaggio cheddar alla salvia






Ingredienti per 4 persone:
- 320 gr. di riso carnaroli
- 2 finocchi femmina
- 70 gr. di formaggio cheddar alla salvia
- 1scalogno
- ½ litro di brodo vegetale
- 1 foglia di alloro
- 1 noce di burro
- sale e pepe.
- olio extra vergine di oliva

La comune distinzione tra finocchio femmina e finocchio maschio è solo formale e non ha nessuna fondazione scientifica; secondo una tradizione popolare, quando il grumolo ha la forma arrotondata e panciuta si definisce finocchio “maschio” adatto ad essere consumato crudo, mentre quando la sua forma è più allungata ed appiattita, si definisce finocchio “femmina” più adatto ad essere cucinato.

Il cheddar è un formaggio a pasta dura, ha origine nel 1170 circa,nel villaggio inglese di Cheddar, nel Somerset ,da cui prende il nome ; è il più diffuso formaggio britannico, di cui ne esistono varie tipologie.
Il formaggio cheddar alla salvia si ottiene aggiungendo alla cagliata durante la lavorazione del succo di salvia verde , che dona al prodotto finale il caratteristico colore verde marmorizzato ed un sapore davvero particolare. Questo tipo di formaggio viene consumato in massima parte nel periodo natalizio e, proprio nei giorni scorsi, io ho avuto la fortuna di trovarlo in un negozio del mio paese.





Esecuzione: lavate i finocchi ed affettateli sottilmente con l’aiuto di una mandolina, la metà di questi grigliateli in una wok rovente, per pochi minuti, poi poneteli da parte in un piatto,con un pizzico di sale ed un filo d'olio extra vergine di oliva.
Soffriggete lo scalogno con l’alloro e i finocchi affettati, aggiungete il riso e fatelo tostate, portate quindi a cottura, unendo il brodo bollente, un mestolo alla volta.
Togliere dal fuoco, aggiungere una noce di burro, insaporire con una macinata di pepe nero, lasciar riposare qualche istante prima di servire.
Presentazione : porre sul fondo del piatto ( oppure formina monoporzione ) un cucchiaio di finocchi grigliati, sopra il risotto con i finocchi, decorare con fettine sottili di formaggio cheddar alla salvia e e finocchi grigliati.

Come vino ho abbinato a questo piatto del Pinot nero vinificato in bianco, un vino particolarmente fruttato.

Originario della Borgogna, il Pinot nero è un vitigno difficile da lavorare, ma può dare rossi di grande stoffa ed eleganza. E' un vitigno molto diffuso nell'Italia del nord ed ha trovato un habitat particolare nelle zone argillose del Veneto Orientale. Può essere vinificato sia bianco ( quindi senza contatto con le bucce ), che rosso ed entra nella composizione di molti altri vini tipici locali; è uno dei 50 vitigni più famosi d’Italia.

Da ricordare che per le sue qualità il Pinot nero vinificato in bianco è alla base del successo del principe degli spumanti: lo Champagne.

Con questa ricetta partecipo all'iniziativa : " Metti un finocchio a cena"
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venerdì 15 gennaio 2010

lunedì 11 gennaio 2010

Daniela’s lasagne




La ricetta del ragu’ di queste lasagne è nata da un’insieme di circostanze alcune fortuite: il mio amico Lorenzo, di origine napoletana , mi aveva da poco raccontato come preparava lui il ragu’ ed io avevo deciso con quella ricetta avrei preparato delle lasagne; recatami dal macellaio di fiducia ho incontrato una signora, che stava acquistando vari tipi di carne per fare il ragu’, perché “secondo lei per fare un buon ragù, ci volevano determinati tipi di carne “. Dall’unione dei consigli del mio amico Lorenzo e della signora in questione, incontrata per caso, è nato il mio ragù. La lasagna con questo ragù è un piatto che apprezzo e cucino molto volentieri, è il piatto che “ fino ad ora” mi ha dato maggior soddisfazioni, in pratica il mio cavallo di battaglia.; anche se tutti sappiamo che il piatto è piuttosto laborioso,e non proprio leggerissimo, ma ogni tanto si può anche sgarrare…
Ho usato la pasta con gli spinaci, perché secondo me ben si abbina a questo sugo.
Ed ora vi starete chiedendo il perché del nome della ricetta : “Daniela’s lasagne “, adesso si svelo il segreto, non sono stata io a dargli questo titolo, bensì’ un mio cugino appena rientrato dagli Stati Uniti..

Ingredienti per la pasta:
300 gr. di farina
2 uova
30 gr. di spinaci
( precedentemente sbollentati e tritati finemente )


Per la besciamella:
500 ml. di latte
100 gr. di farina
25 gr. di burro
Un pizzico di noce moscata
½ cucchiaino di sale

Per il ragu’:
300 gr. di polpa di maiale tritata
300 gr. di polpa di manzo tritata
150 gr. di polpa di vitello tritata
150 gr. di petto pollo tritato
2 puntina magre di maiale
300 gr di polpa di pomodoro
1 cipolla bianca di Chioggia
1 carota
1 spicchio d’aglio
prezzemolo, rosmarino alloro, salvia
½ peperoncino
100 ml. di vino bianco
sale e pepe
olio extra vergine di oliva


Esecuzione : tritare finemente la cipolla, l’aglio,la carota, il peperoncino , prezzemolo e salvia, farle soffriggere per pochi minuti in un tegame con olio extra vergine di oliva, poi aggiungere le puntine di maiale e far cuocere a fuoco dolce sono a quando le verdure saranno quasi cotte,







aggiungere poi la carne tritata, sale e pepe, il vino , il rosmarino e l’alloro,( legati a mazzetto ) dopo una decina di minuti aggiungere la polpa di pomodoro, mescolare, coprire e continuare la cottura a fuoco bassissimo almeno per 1ora e ½ , mescolarlo spesso facendo attenzione che
non si attacchi sul fondo, al termine sostituire il mazzetto aromatico con delle erbe fresche e lasciarlo riposare per alcune ore; è consigliabile preparare il ragù il giorno prima.

A questo punto preparare la pasta per le lasagne, ( con gli ingredienti sopracitati ) stendere l’impasto in una sfoglia sottile ( misura 2 della macchina ), tagliarla a strisce, e farla asciugare per 20 minuti circa. Cuocere le strisce in abbondante acqua salata, e stenderla su di un canovaccio.
Nel frattempo preparare la besciamella con gli ingredienti sopracitati.
Il formaggio stagionato impiegato per questa ricetta è per il 70% pecorino e per il 30 % parmigiano reggiano
A questo punto si procede alla composizione della lasagna: imburrare una pirofila, fare uno strato di besciamella, uno di pasta, uno di sugo, un’altro di besciamella e formaggio grattugiato fino ad esaurimento degli ingredienti, assicurandosi che l’ultimo strato sia di besciamella e formaggio. La mia lasagna si compone di 5 strati. Con un coltello da cucina praticare dei fori sulla lasagna prima di infornarla , ( cuocerà in modo uniforme ). Cuocere a forno preriscaldato a 180° per 30 minuti circa, sino a quando la superficie risulterà dorata.

Ho abbinato a questo piatto del vino Merlot del Veneto Orientale.

Questo sugo è ottimo per condire della pasta, in particolare gli spaghettoni lunghi .

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domenica 10 gennaio 2010

Aperitivo con stuzzichini



Questa sera vi presento un’idea semplice e veloce per realizzare un aperitivo con degli stuzzichini.

Ingredienti per l’aperitivo:
200 ml. di gingerino analcolico
200 ml. di succo di pesca
100 ml. di succo tropical
200 ml. di vino prosecco secco
100 ml. di acqua frizzante
Esecuzione: unire tutti gli ingredienti un una brocca mescolare con un cucchiaio, versare nei bicchieri e decorare, a piacere, con una fettina di arancia.

Ingredienti per gli stuzzichini:
- una confezione di pasta sfoglia
e tutto quello che avete a portata di mano, oltre la vostra fantasia : olive, piccoli wurstel, pesto, pesto di olive, conserva di pomodoro fatta in casa, mozzarella, prosciutto cotto,semi di papavero ecc.
Con questi ingredienti potrete realizzare stuzzichini di varie forme e di vari ripieni: per le pizzette non assottigliate la pasta sfoglia, con una formina dategli la forma rotonda oppure esagonale, schiacciate al centro con un dito, poneteci sopra un cucchiaino di conserva di pomodoro ed un pezzetto di mozzarella; per gli altri stuzzichini assottigliate leggermente la pasta e dategli la forma che desiderate e farciteli con il ripieno che più vi aggrada.
Coprite con della carta cucina una placca da forno e fateli cuocere nel forno preriscaldato a 200° per 15-18 minuti e comunque sino a quando la superficie non assumerà un bel colore dorato.
Sono veloci e facilissimi da realizzare, la prima volta che li ho realizzati , avevo come aiutante il mio nipotino di 8 anni.






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venerdì 8 gennaio 2010

Fagianella al forno con patate




Ingredienti per 4/6 persone:
- 1 fagianella di circa kg. 1,200
- 1 limone biologico
- 1 cipolla bianca di Chioggia
- 150 ml. di vino bianco secco
- 300 ml di brodo di verdure
- 2 spicchi d’aglio
- 3 olive verdi denocciolate
- 2 fettine sottili di guanciale affumicato
- 150 ml. di aceto di vino rosso
- alloro
- rosmarino
- prezzemolo
- 1 pezzetto di sedano rapa
- chiodi di garofano
- bacche di ginepro
- pepe nero in grani
- sale
- olio extra vergine di oliva

Io consiglio di acquistare sempre una fagiana anziché un fagiano, poichè la fagiana purchè sia giovane, è più grassa, più delicata e più saporita; in particolare è gradita anche da chi non aprrezza la selvaggina.

Esecuzione: spuntate alla fagiana la testa e le zampe poi passatela sulla fiamma per eliminare ogni residuo di piume; apritela quindi a metà per il lungo, lavatela e sgocciolatela bene.
Sistemare i due pezzi di volatile in una terrina, cospargeli con uno spicchio d’aglio tagliato a fettine, ½ cipolla tritata grossolanamente, rosmarino, 3 foglie di alloro spezzetate, 4 chiodi di garofano, 5 bacche di ginepro e 4 grani di pepe nero, irrorare con l’aceto e poi aggiungere dell’acqua fredda in modo da coprire tutta la carne, per ultimo aggiungere il succo del limone con la sua buccia, tagliata a spicchi. Coprire la terrina con della pellicola trasparente, e lasciar marinare la fagiana in frigo per almeno 12 ore.
Al momento di cuocere, togliere il volatile dalla marinata, sciacquarlo con cura sotto l’acqua corrente, quindi asciugarlo con della carta cucina.
Preparare un trito con la cipolla, l’aglio, il prezzemolo, le olive, il guanciale affumicato e il sedano rapa, lasciar appassire il tutto con un filo d’olio d’oliva, unire i pezzi di fagiano e farli rosolare a fuoco vivo da ambo i lati, per una decina di minuti, aggiungere poi sale e pepe, il rosmarino, 2 foglie di alloro, e poi il vino bianco. Incoperchiate e cuocete a fuoco dolce per circa 30 - 35 minuti, ( aggiungere al bisogno del brodo di verdure ). Al termine di questo periodo sistemare la fagiana nel forno caldo a 200° per 20° circa, finchè abbia preso un bel color dorato.
Ho servito questo piatto con delle patate arroste, cucinate a parte, per renderle più delicate.
Ho sbucciato le patate, le ho tagliate a tocchetti, le ho fatte bollire per 4 minuti, le ho scolate, condite con sale, pepe e rosmarino ( senza olio ) ,poi le ho infornate e portate a cottura.

Ho abbinato a questo piatto del vino Cabernet Franc Lison Pramaggiore DOC .


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mercoledì 6 gennaio 2010

Tronchetto con tiramisù e cioccolato bianco



Ingredienti :
- 3 uova
- 3 cucchiai di latte
- 120 gr. di farina
- 1 cucchiaino di rum
- 50 gr. di burro
- 100 gr. di zucchero
- 90 gr. di cioccolato bianco grattugiato

Per la farcitura:
- 250 gr. di mascarpone
- 1 uovo
- 1 tazzina di caffè
- 2 cucchiai di zucchero
- un goccio di marsala

Per la decorazione:
- cacao in polvere
- zucchero a velo
- alcune piccole meringhe

Esecuzione: montare i tuorli con lo zucchero, ottenendo un composto gonfio e chiaro, aggiungere la farina setacciata, poi il latte , il rum, il burro sciolto ed infine gli albumi montati a neve.
Foderare una placca con un foglio di carta da forno imburrato, versare il composto in uno strato omogeneo e cuocetelo nel forno caldo a 180° per 20 minuti circa.
Capovolgere quindi la pasta su un’altro foglio di carta da forno, staccare la carta di cottura ed arrotolare il rettangolo di pasta nella carta pulita, facendolo raffreddare.

Preparare quindi la crema di farcitura al mascarpone con gli ingredienti sopracitati.

Srotolare la pasta, e con un pennello da cucina inzupparla leggermente con il caffè ( poche gocce in diversi punti, altrimenti la pasta potrebbe rompersi ), spalmare il rotolo con la crema di mascarpone, e distribuire in modo uniforme il cioccolato bianco grattuggiato, riavvolgete il rotolo in un foglio di carta alluminio e ponetelo in frigo per almeno 2 ore prima di servirlo; al termine decorare con lo zucchero a velo, il cacao in polvere, e le piccole meringhe.

Come vino ho abbinato a questo tronchetto del Moscato d’Asti.






Con questa ricetta partecipo a : Sapore di sfida IV di Giallo Zafferano.
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lunedì 4 gennaio 2010

La pinza dell’epifania secondo l'usanza del Veneto Orientale.




I falò di inizio anno sono una tradizione popolare del Nordest consistente nel bruciare delle grandi cataste di legno e frasche nei primi giorni di gennaio, solitamente la vigilia dell'epifania. Data la sua larga diffusione, ne esistono moltissime versioni e denominazioni: in Friuli è detto pignarûl (plurale pignarûi), in Veneto panevìn o panaìn (da pan e vin "pane e vino", il povero cibo che si consuma durante il falò), pìroła-pàroła, vècia ("vecchia": le pire possono assumere la forma di un fantoccio), nel basso Friuli e nel Veneto Orientale foghèra o casèra.
Sembra che questa usanza risalga a riti pre-cristiani: i Celti infatti accendevano dei fuochi per ingraziarsi la divinità relativa e bruciavano un fantoccio rappresentante il passato.Rimasta intatta come rituale da svolgersi nella vigilia dell'Epifania, ancor oggi la fiamma simboleggia la speranza e la forza di bruciare il vecchio (non a caso si può bruciare la "vecchia" posta sopra la pira di legna) e la direzione delle scintille viene letta come presagio per il futuro:: se le fuìsche le va a matìna, ciòl su'l sàc e và a farina; se le fuìsche le va a sera pàn e poènta a pièn caliera ("se le faville vanno a oriente, prendi il sacco e va a farina; se le faville vanno a occidente, pane e calderone pieno di polenta").Il rito dei fuochi è anche un momento in cui la comunità si raccoglie per stare in compagnia. Viene accompagnato dalla degustazione di vin brulè e di pinza, focaccia tipica di questa festa. ( fonte Wikipedia )


Ingredienti:
150 gr. di uva passa
150 gr. di fichi secchi
I cucchiaio da tè di semi di finocchio
1 piccola mela
1 bustina di lievito mastro fornaio
½ limone – ½ arancia
1 cucchiaio di miele
1 cucchiaino di sale
5 cucchiai di zucchero
150 gr. di burro
100 ml di olio di semi di mais
500 ml di latte
la polpa di una piccola fetta di zucca cotta al forno
75 gr. di farina di mais precotta
450 circa gr. di farina
zucchero a velo a piacere
mie aggiunte personali : i gherigli di 4 noci – 1 cucchiaio di pinoli

Procedimento:
Versare in una scodella 150 ml di latte tiepido, aggiungere l’uva passa, i fichi secchi tagliati a fettine, i gherigli di noci, il cucchiaio di pinoli e i semi di finocchio e lasciar riposare per circa ½ ora.
In una terrina far sciogliere il lievito con 100 ml di latte tiepido, 1 cucchiaino di sale e 1 cucchiaio di zucchero, aggiungere circa 70 gr. di farina e un goccio d’olio, coprire con un canovaccio e lasciar riposare.
Sbucciare e tagliare a fettine sottili la mela, disporre le fettine di mela su di un piatto, coprirle con il succo di ½ limone e un po’ di zucchero.
A questo punto prendere l’impasto di lievito, aggiungere la scodella con la frutta secca ammollata nel latte, la polpa di zucca, grattugiare la buccia di ½ arancia ed aggiungere le fettine di mela e per ultimo lo zucchero rimanente.
Far bollire il latte rimanente con dentro la buccia di limone (aggiungere anche un po’ d’acqua ).
Togliere la buccia di limone, versare la farina di mais precotta, il miele e un goccio d’olio mescolare per alcuni minuti ottenendo così una polentina morbida e lasciarla intiepidire.
Riprendere l’impasto della pinza, versare la polenta , il burro sciolto e l’olio rimanente ed impastare con la farina rimanente.
Mettere l’impasto in teglia da 32x24 mm. foderata con carta forno ed infornare per circa 30-35 minuti a 180°. ( consiglio di coprire la pinza con della carta di alluminio per i primi 15 minuti.
A piacere spolverizzare con dello zucchero a velo.


La "pinza" è senz'altro uno dei dolci più antichi della cucina veneta, ne esistono di diversi tipi, ma tutte hanno come base la farina di mais e la farina 00 ( farina de fior ).

Un tempo la pinza veniva cotta sulle braci e coperta con delle foglie di verza perchè non si bruciasse durante la cottura.

Nel Veneto Orientale la pinza è il dolce tipico dell'Epifania e viene preparato quasi esclusivamente in questo periodo, fatta eccezzione per il paese di San Giorgio al Tagliamento ( VE ), nella vicinanze di Bibione, dove la pinza viene tuttora preparata per ferragosto, festa del paese, paese che viene anche sopranominato "San Giorgio della pinza."

Un'antica credenza popolare dice che la pinza porti una una grande fortuna alle ragazze che intendono maritarsi ; per poter usufruire di questa fortuna, bisogna che le ragazze, il giorno della befana, vadano a mangiare un pezzetto di questo dolce in 7 case diverse, si dice che il risultato è garantito. Sempre per questa credenza, un pezzetto di questo dolce veniva avvolto su di un tovagliolo di lino bianco e conservato anche per mesi.

Ricordo che quando ero bambina, ed abitavo in campagna, tutto il vicinato si riuniva in una famiglia, si accendeva la casera, subito dopo la benedizione dell'acqua in chiesa , si mangiava un pezzettino di pinza , poi si faceva il giro ( si accendevano le casere ) di tutte le altre famiglie, e alla fine si decretava la massaia che per per quell'anno aveva preparato la pinza piu' buona ( è uno dei ricordi più belli della mia infanzia ).


Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Betty:













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